Giampaolo Monacelli

Chirurgia della mano e del piede

a Roma

Morbo Di Dupuytren

  • Intervento di asportazione nodulo
  • Anestesia loco-regionale
  • Recupero 3 settimane
  • Buon successo terapeutico
  • Trattamento eseguibile in day hospital

La malattia o morbo di Dupuytren è una patologia a carico della mano caratterizzata dalla formazione di tessuto nodulare nel palmo che determina flessione progressiva e permanente di uno o più dita, ed è fra tutte le forme di deformità della mano la più comune. Prende il nome da Guillame Dupuytren, un chirurgo francese che per primo, ne descrisse i sintomi nel proprio cocchiere.

 

Colpisce prevalentemente i maschi in età adulta, la sua incidenza aumenta al raggiungimento della quinta decade di età. Più frequente la localizzazione a livello del 4° dito della mano nel lato palmare.

Non esistono chiare indicazione sull’origine. Esistono altresi fattori di rischio quali diabete, malattie renali, malattie reumatiche, l’esposizione a traumi ripetuti in lavori professionalmente a rischio. Si forma un nodulo che assomiglia all’inizio ad una callosità ma che nel tempo assume una forma digitiforme distribuendosi verso le dita. Nel tempo la progressiva retrazione della stessa flette stabilmente le dita fino a determinare la completa chiusura nei casi estremi delle dita della mano. È una fibromatosi palmare superficiale (tumore benigno).

Non è malattia dolorosa. Le manifestazioni sono rappresentate dalla insorgenza di cordoni solidi e prominenti nel palmo della mano con progressiva flessione delle dita. Essa si manifesta esternamente con un progressivo irrigidimento delle dita in flessione palmare, con relativa difficoltà di movimento flessoestensorio che, col tempo, degenera fino all’immobilità.

Non esistono trattamenti contenitivi efficaci, l’uso di stecche per immobilizzare la parte interessata non porta a risultati efficaci. Ultimamente si stanno sperimentando con discreto successo iniezioni di collagenasi, enzima che “scioglie” il nodulo.

L’intervento si effettua o con tecnica percutanea attraverso l’infissione di un ago (aponeurotomia) che taglia il cordone ma non lo asporta o secondo la chirurgia classica, con aponeurectomia. Esso deve venir praticato nel corretto momento, valutando la facilità di accesso chirurgico e la compromissione funzionale. Tale compromissione è valutata in differenti stadi, i quali indicano quindi anche la gravità della sindrome. Il test comunemente utilizzato per valutare se si sia raggiunta o meno l’indicazione ad operare fu descritto da Hueston (tabletop test): il paziente pone la mano con il palmo rivolto sul tavolo, cercando di tenerla piatta e di mantenere il contatto del palmo con la superficie del tavolo. La contrattura è definita severa abbastanza da richiedere il trattamento chirurgico allorquando non è possibile toccare il tavolo con il palmo della mano a causa della contrattura.